venerdì 28 novembre 2014

Emergency: Intervenire dove l'emergenza ebola è davvero tale




La serata del 26 novembre presso il Teatro Sociale di Trento ha visto la partecipazione del vicepresidente di Emergency Alessandro Bertani, della Dottoressa Annunziata Di Palma (Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di Trento) e di Gino Strada, fondatore di Emergency, tramite un collegamento audio-video dalla Sierra Leone.
Il tema della discussione è stato il virus ebola, che tanto panico sta suscitando a livello mondiale e nel nostro Paese, in particolar modo a seguito del contagio di uno dei medici che lavora per l’associazione. Il punto centrale è stato proprio questo: il terrore generale del mondo occidentale di fronte alla possibile diffusione della malattia. Purtroppo la partecipazione all’evento non era estesa quanto sarebbe probabilmente stato necessario. È stata una serata di informazione viva, diversa da quella che ci viene proposta quotidianamente su questa tematica. Le parole di Gino Strada e di Alessandro Bertani sono state di denuncia e di indignazione, e non potrebbe essere altrimenti. La prima epidemia di ebola risale al 1976 e da allora ad oggi ce ne sono state più di venti, ma il virus sembrava lontano, al di là dei confini, riguardava “altri” uomini. Perciò nessuno ha agito. Nella situazione attuale si manifestano invece con pienezza la scorrettezza e l’ingiustizia dell’agire del nostro mondo occidentale: ora che si teme un contagio ci si affanna nella previsione di protocolli di emergenza, sperimentazioni, ricerca del vaccino, mentre quando la questione era confinata in altre terre, nessuno ha gridato “al fuoco”. Le industrie del farmaco non hanno investito perché non avevano prospettive di profitto, altrimenti il vaccino contro l’ebola esisterebbe già.
La storia si ripete, eppure ciascuno di noi sembra incredulo ad ogni nuova manifestazione di questo sistema di ingiustizia sociale diffusa e omicida che accompagna le nostre vite e che divide da sempre l’umanità in due: quelli che muoiono e quelli che ce la fanno. Il caso del governo sudafricano citato in giudizio nel 2001 da 39 case farmaceutiche per violazione del diritto brevettuale a causa dell’adozione di una legge volta a favorire la produzione locale di farmaci e la loro vendita a prezzi accessibili ai malati di AIDS è esemplare. La questione si era risolta al tempo con un’apparente vittoria: l’azione legale contro il governo del Sudafrica venne infatti ritirata dalle aziende a causa dei danni di immagine che la campagna di informazione e boicottaggio internazionale stava loro creando. Ma l’AIDS era una malattia conosciuta e diffusa a livello globale, di quante altre malattie l’altra parte dell’umanità sta morendo nel silenzio generale?
Gino Strada ha riassunto la situazione mondiale con estrema efficacia: "Il mondo si divide in due, come sempre. In Italia abbiamo un solo malato seguito da trenta medici, in Sierra Leone un medico per trenta malati. Abbiamo bisogno di personale sanitario". Servono interventi finanziari e personale medico là dove l'emergenza è reale, dove l'ebola uccide ogni giorno: in Sierra Leone e in Africa, non in Italia.

1 commento:

  1. "considero valore la stanchezza sul volto di chi non si è risparmiato"...ripenso sempre a quella poesia ogni volta che vedo il volto segnato di Gino Strada. Considero valore le sue parole e spero risveglino altre coscienze oltre quelle dei soliti pochi, magari quelle di qualcuno che il potere di cambiare qualcosa ce l'hanno davvero. spero un giorno, per me di ritrovare sul mio volto quel tipo di stanchezza. bel post!

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