giovedì 30 gennaio 2014

Ogni momento è quello giusto per smettere di accettare


http://www.youtube.com/watch?v=8QLivwe7idE, Realizzato da Chiara Lyn e Mason Massy James

giovedì 23 gennaio 2014

Io sto con Nino Di Matteo


perchè non è possiblie che Riina ordini omicidi e le istituzioni rimangano in silenzio,
perchè non voglio rivedere quell'isolamento che uccise nel 1992,
perchè non voglio che la storia si ripeta e che nulla cambi mai in questa Italia maledetta,
perchè credo che sino a quando non conosceremo la verità sulla trattativa Stato-mafia non conosceremo nulla di questa nostra Repubblica.



mercoledì 1 gennaio 2014

1 gennaio 1948/2014

Oggi la nostra bellissima Costituzione compie 66 anni.
L'articolo 3 è uno dei miei preferiti: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese".
Sembra la trascrizione di un sogno, uno di quelli che abbiamo scordato. Lo sviluppo della persona umana al centro del progetto di una nuova umanità. Che fine ha fatto questo sogno?
La Carta entrata in vigore il 1 gennaio del 1948 è stata nel tempo ignorata, modificata, dimenticata. Proprio oggi ad esempio, e sembra quasi voluto che le date coincidano, entrano in vigore le modifiche costituzionali approvate il 18 aprile 2012, che hanno introdotto nella nostra Costituzione il principio del pareggio di bilancio, quello che ci è stato spacciato per un "necessario e imprescindibile atto di responsabilità", quello che costituzionalizza l'austerità e le sue implicazioni. Le viviamo già queste implicazioni: tagli alla spesa sociale, politiche monetarie e fiscali favorevoli alle imprese e non ai lavoratori, licenziamenti, precarietà e riduzione dei salari, consolidamento e ampliamento delle diseguaglianze sociali. Ciò che viviamo oggi è un modello basato sulla logica del mercato, della competizione e della crescita illimitata, che porta ciascuno di noi alla prospettiva di vivere per lavorare. Viviamo l'opposto di quel meraviglioso sogno, è forse ora di farvi ritorno.