La serata del 26 novembre presso il Teatro Sociale di Trento ha visto
la partecipazione del vicepresidente di Emergency Alessandro Bertani, della
Dottoressa Annunziata Di Palma (Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari di
Trento) e di Gino Strada, fondatore di Emergency, tramite un collegamento
audio-video dalla Sierra Leone.
Il tema della discussione è stato il virus ebola, che tanto panico sta
suscitando a livello mondiale e nel nostro Paese, in particolar modo a seguito
del contagio di uno dei medici che lavora per l’associazione. Il punto centrale
è stato proprio questo: il terrore generale del mondo occidentale di fronte
alla possibile diffusione della malattia. Purtroppo la partecipazione
all’evento non era estesa quanto sarebbe probabilmente stato necessario. È
stata una serata di informazione viva, diversa da quella che ci viene proposta
quotidianamente su questa tematica. Le parole di Gino Strada e di Alessandro
Bertani sono state di denuncia e di indignazione, e non potrebbe essere
altrimenti. La prima epidemia di ebola risale al 1976 e da allora ad oggi ce ne
sono state più di venti, ma il virus sembrava lontano, al di là dei confini,
riguardava “altri” uomini. Perciò nessuno ha agito. Nella situazione attuale si
manifestano invece con pienezza la scorrettezza e l’ingiustizia dell’agire del
nostro mondo occidentale: ora che si teme un contagio ci si affanna nella
previsione di protocolli di emergenza, sperimentazioni, ricerca del vaccino, mentre
quando la questione era confinata in altre terre, nessuno ha gridato “al fuoco”.
Le industrie del farmaco non hanno investito perché non avevano prospettive di
profitto, altrimenti il vaccino contro l’ebola esisterebbe già.
La storia si ripete, eppure ciascuno di noi sembra incredulo ad ogni
nuova manifestazione di questo sistema di ingiustizia sociale diffusa e omicida
che accompagna le nostre vite e che divide da sempre l’umanità in due: quelli
che muoiono e quelli che ce la fanno. Il caso del governo sudafricano citato in
giudizio nel 2001 da 39 case farmaceutiche per violazione del diritto
brevettuale a causa dell’adozione di una legge volta a favorire la produzione
locale di farmaci e la loro vendita a prezzi accessibili ai malati di AIDS è
esemplare. La questione si era risolta al tempo con un’apparente vittoria:
l’azione legale contro il governo del Sudafrica venne infatti ritirata dalle
aziende a causa dei danni di immagine che la campagna di informazione e
boicottaggio internazionale stava loro creando. Ma l’AIDS era una malattia
conosciuta e diffusa a livello globale, di quante altre malattie l’altra parte
dell’umanità sta morendo nel silenzio generale?
Gino Strada ha riassunto la situazione mondiale con estrema efficacia: "Il mondo si divide in due, come sempre. In Italia abbiamo un solo malato seguito da trenta medici, in Sierra Leone un medico per trenta malati. Abbiamo bisogno di personale sanitario". Servono interventi finanziari e personale medico là dove l'emergenza è reale, dove l'ebola uccide ogni giorno: in Sierra Leone e in Africa, non in Italia.