martedì 18 novembre 2014

Annotazioni lavorative

Ho passato la notte in bianco per rivedere il progetto di ricerca preparato per un concorso. So che non è grave, non è pesante come un turno in fabbrica, come una giornata in miniera, anche se credo che il diritto al riposo e ad uno spazio per una vita propria sia sacrosanto per tutti. 
Il problema è che anche questa volta, con onestà, le persone che lavorano con me per realizzare questo progetto non retribuito mi hanno detto "presenta il tuo lavoro, fallo, ma non ci sperare troppo, magari la borsa è già stata assegnata". In pochi mesi è la terza volta che per un concorso pubblico qualcuno mi avverte di non crederci ed investirci troppo. E non è giusto.
So che non si tratta del maggiore dei problemi in questo momento: leggo degli studenti desaparecidos, le ultime notizie dalla Palestina... però rivendico il diritto di dire che questa situazione è parte di un'ingiustizia più grande che va ricordata e che non voglio accettare.
Sono una della generazione dei "choosy", Fornero, una che "il posto fisso non c'é più", Renzi, ma rivendico il mio diritto alla possibilità in condizioni di parità. Non condivido né accetto questo mondo che ci vuole tutti in concorrenza, sleale oltretutto.

Nessun commento:

Posta un commento